mercoledì 8 agosto 2012

Recensione - Io sono Heathcliff

Titolo: Io sono Heathcliff
Autore: Desy Giuffré
Genere: young adulti, paranormal romance
Editore: Fazi Editore
Collana: Lain
Pagine: 237 pp.
Anno di Pubblicazione: 2012
Costo di copertina: 9,90 euro

Elena Ray è bella, ricca, viziata. I ragazzi cadono ai suoi piedi, l'unica preoccupazione è lo shopping in compagnia della scatenata amica Stella. Eppure da settimane non riesce più a dormire. I suoi sogni si trasformano in incubi, svegliandola di soprassalto. È forse a causa della tensione per l'imminente viaggio in Inghilterra insieme ai genitori, da cui la dividono incomprensioni e silenzi, oppure è qualcosa di più oscuro, il potere di una voce, di un richiamo che talvolta si impossessa di lei e la fa agire contro la sua volontà? La stessa, inspiegabile sensazione che da un po' di tempo prova Damian, ragazzo cresciuto sulla strada, troppo duramente e troppo in fretta, segnato dall'abbandono del padre e costretto a guardarsi dallo zio malavitoso. Due vite che non hanno niente in comune, se non un incontro casuale e, da quell'istante, l'impossibilità di levarsi dalla mente l'intreccio dei loro sguardi. Ancora non sanno che le proprie esistenze sono già indissolubilmente legate: così vuole l'antica maledizione sprigionatasi dalle ceneri di una passione disperata: quella tra Catherine Earnshaw e Heathcliff, i protagonisti di "Cime tempestose". Un classico senza tempo rivive nel primo sequel fantasy del capolavoro di Emily Brontë, insieme ai suoi indimenticabili personaggi, divenuti spettri senza pace che ora, a distanza di secoli, sono disposti a tutto, anche ad appropriarsi dei destini di due ragazzi fragili e tormentati di oggi, per poter rivivere il loro sfortunato amore.

Delusione. Ecco la parola che esprime perfettamente il mio stato d'animo al termine della lettura di questo romanzo. Ok, lo ammetto, un pochino me la sono andata a cercare. Qualcuno, giustamente, potrebbe chiedersi: come può un'amante di Cime Tempestose lasciarsi, passatemi il termine, abbindolare da un libro come Io sono Heathcliff? In fondo, il paragone al classico è quasi d'obbligo.

Cathy e Heathcliff
(Cime Tempestose, 2004)
Ero consapevole che il romanzo non sarebbe mai stato all'altezza del capolavoro di Emily Brontë (chi mai potrebbe riuscirci, dopotutto?) ma, in qualche modo, speravo in una lettura quantomeno coinvolgente ed emozionante. Dopo una lunga attesa, iniziata a giugno 2011 (col bonus d'esser presa per una "pazza maniaca convinta di essere Cathy" quando, in libreria, chiesi di questo romanzo), e la pubblicità fatta, avevo davvero grandi aspettative. La trama mi incuriosiva parecchio con quel suo tocco fantasy e, cosa che ha avuto grande peso nella decisione di acquistarlo, la possibilità d'incontrare nuovamente, nella pagina, quei personaggi così carismatici che avevo adorato così tanto: Heathcliff e Cathy.

Questo romanzo è stato presentato come il sequel, in salsa fantasy e ya, dell'intramontabile opera dell'autrice inglese.  La scelta di riprendere uno classico dello spessore di Cime Tempestose, la sua storia e i suoi personaggi, e utilizzarlo come base di partenza per la stesura di un romanzo d'esordio è stata molto ambiziosa ed rischiosa. In un certo senso, una vera e propria arma a doppio taglio dato che, come il titolo stesso, richiama il lettore a fare un confronto.

«Le rocce ne saranno custodi. La brughiera prigione.
Finché una Figlia di Sangue non giungerà per ridare il sale alle loro ossa.
E la terra non griderà più i loro nomi»

Elena è una ragazza viziata, capricciosa, e col mondo ai suoi piedi. Damian, invece, è un giovane cresciuto in fretta, che ha imparato a sopravvivere con le sue sole forze. Quando s'incontrano, durante un tentato scippo, scatta qualcosa, un'immediata attrazione che li sconvolge e che li porterà ad incrociare i loro passi più volte. Esattamente come Cathy e Heathcliff, protagonisti di Cime Tempestose, il loro amore verrà messo alla prova ma, gli spiriti inquieti dei due amanti "veglieranno" sui giovani affinché facciano la scelta giusta.

Brughiera del North Yorkshire
Quando ho iniziato a leggere il libro ero certa che la vicenda si svolgesse nello Yorkshire, dove si trova Wuthering Heights. Purtroppo no. La stragrande maggioranza della storia è ambientata a Roma e, cosa che mi ha quasi fatto interrompere la lettura e far volare il libro fuori dalla finestra, riprende in modo piuttosto evidente alcune scene del libro "Tre metri sopra il cielo" di Federico Moccia (il primo incontro tra i due protagonisti, l'amico e l'amica dei due, i caratteri e l'estrazione sociale, le scene della moto, pure la prof "bastarda"). Sorvoliamo e passiamo, invece, ai protagonisti. Elena e Damian rispettano tutti quei luoghi comuni a cui c'hanno abituato film, libri e serie tv (gli opposti che s'attraggono, la relazione che non può funzionare perché sono troppo diversi, la rivale in amore, ecc) ma non trasmettono nulla al lettore. Così come gli spiriti di Heathcliff e Cathy: mancano totalmente di forza. Troppo buoni e, a tratti, melensi per essere quei personaggi caratterizzati da odio, egoismo e vendetta.

L'idea non era malvagia, anzi l'ho trovata originale. Purtroppo, lo sviluppo è risultato, a mio parere, carente su più punti: la caratterizzazione dei personaggi, i dialoghi e alcune descrizioni un po' forzate, le scene piuttosto sbrigative ed un finale davvero troppo scontato e "sempliciotto". Tra l'altro una cosa mi ha lasciata piuttosto perplessa (forse dovrei dire sconvolta): ma come cavolo fa', Elena, a non conoscere Cime Tempestose e a non collegare che la tenuta in possesso del padre, guarda caso, ha il medesimo nome di quella del romanzo?

Lo stile dell'autrice è abbastanza buono e avrà sicuramente modo di migliorarsi. Credo che l'aver presentato il suo romanzo d'esordio come il sequel fantasy di un caposaldo della letteratura inglese l'abbia penalizzata parecchio. Pertanto, non mi sento di consigliare questo romanzo alle amanti di Cime Tempestose ma non escludo che, per altri, possa rivelarsi una lettura piacevole.

Consigliato: no
Tempo di lettura: 2 pomeriggi
Canzone consigliata: "Real Life Fairytale" di Plumb


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