sabato 12 gennaio 2013

Recensione - Lo Hobbit

Titolo: Lo Hobbit
Autore: J.R.R. Tolkien
Editore: Bompiani
Genere: fantasy, romance
Pagine: 417 pp.
Anno di Pubblicazione: 20 giugno 2012
Costo di copertina: 11,00 euro
Pubblicato per la prima volta nel 1937, Lo Hobbit è per i lettori di tutto il mondo il primo capitolo del Signore degli Anelli, uno dei massimi cicli narrativi del XX secolo. Protagonisti della vicenda sono, per l'appunto, gli hobbit, piccoli esseri "dolci come il miele e resistenti come le radici di alberi secolari", che vivono con semplicità e saggezza in un idillico scenario di campagna: la Contea. La placida esistenza degli hobbit viene turbata quando il mago Gandalf e tredici nani si presentano alla porta dell'ignaro Bilbo Baggins e lo trascinano in una pericolosa avventura. Lo scopo è la riconquista di un leggendario tesoro, custodito da Smaug, un grande e temibile drago. Bilbo, riluttante, si imbarca nell'impresa, inconsapevole che lungo il cammino s'imbatterà in una strana creatura di nome Gollum. Questa edizione vede la nuova traduzione della Società Tolkieniana Italiana, e le splendide illustrazioni di Alan Lee.


Può una fan del Professore non aver mai letto in vita sua "Lo Hobbit"? Ebbene sì, ce l'avete davanti agli occhi (metaforicamente parlando ^^). Sono scandalosa, lo so. E' anche vero che, tempo addietro, m'ero ripromessa di iniziare la rilettura delle opere di Tolkien seguendo, per quanto possibile, un certo ordine cronologico, quindi: Il Silmarillion, Lo Hobbit e Il Signore degli Anelli (e gli altri in ordine, più o meno, sparso ^^). Tuttavia, l'uscita nelle sale cinematografiche del primo film della trilogia ha variato i miei piani originari, portandomi ad affrontare quasi subito la lettura. Eccovi, quindi, la mia impressione in merito.

Avendo letto Lotr (per chi non lo sapesse, Lord of the rings) molto tempo prima, e sbavando ogni volta alla visione della trilogia cinematografica, mi ero fatta una mia idea sui vari personaggi. Tra questi, Bilbo non era riuscito ad entrarmi nel cuore, probabilmente perché la sua presenza nel romanzo è piuttosto marginale (nonostante la bellissima scena in cui s'offre volontario per portare l'Anello a Mordor).

Bilbo (Martin Freeman)
Bilbo Baggins è, agli occhi dei suoi vicini, uno hobbit del tutto rispettabile: nessun grillo per la testa, nessun comportamento bizzarro o avventato. Una personcina a modo e piuttosto abitudinaria, insomma.
Ma cos'è uno hobbit? Gli hobbit sono delle creature molto simili agli Uomini, ma con le dimensioni di un bambino (arrivano, infatti, ai 120 cm di altezza), dotati di grandi piedi resistenti e coperti di peluria. Caratterizzati da un temperamento quieto e gioviale, vivono nei loro "buchi hobbit" scavati nelle colline disinteressandosi di cosa accade al di fuori del loro mondo.
La sua vita cambia con la visita di Gandalf, uno stregone che gli propone di intraprendere un'avventura. Bilbo ovviamente rifiuta fermamente ma, nonostante tutto, dà appuntamento allo stregone per prendere assieme un te il giorno seguente. Bilbo non ha la minima idea che all'incontro si presenteranno ben 13 nani che, oltre a mettergli a soqquadro la casa, mangeranno tutte le sue provviste. Sarà il loro capo, Thorin Scudodiquercia a spiegare al povero hobbit lo scopo della loro impresa: riconquistare il tesoro rubatogli dal drago Smaug. Seppur attaccato al quel suo essere uno hobbit rispettabile, Bilbo darà ascolto alla parte Tuc (la più pazzerella) che è in lui e partirà, assieme ai nani, con l'incarico di "scassinatore".

Il clima narrativo, se così lo possiamo definire, è ben diverso da quello che troviamo ne Il Signore degli Anelli. Infatti, questo romanzo è stato concepito come un libro per l'infanzia: perciò non troviamo quelle tematiche complesse che caratterizzano il suo "sequel". A differenza di Frodo, infatti, Bilbo ha potuto scegliere se intraprendere o meno l'avventura che gli veniva proposta.

Thorin (Ricard Armitage)
Alle scene leggere e, per certi versi, divertenti (ad esempio l'arrivo a casa Baggins della compagnia dei nani e l'incontro con Beorn) si contrappongono, senza rompere il ritmo narrativo, altre più serie e gravi. Ne Lo Hobbit spiccano, a mio parere, i personaggi di Bilbo e Thorin. Molto diversi tra loro, i due avranno un'evoluzione nel corso della storia che li porterà a scontrarsi e ad riunirsi da amici.
Il quieto Bilbo si dimostrerà essere una creatura coraggiosa e pronta a tutto per aiutare i propri amici. Le scelte che dovrà prendere non saranno semplici ma, alla fine, tutto si risolverà per il meglio (più o meno).
Thorin, dall'altro lato, è uno dei personaggi più carismatici di cui abbia letto. E' determinato a riconquistare ciò che era dei suoi padri e, per fare questo, non ammetterà alcuna sconfitta. Nonostante, nel corso della storia, l'opinione sul valore di Bilbo muterà, la brama di tesori tipica dei nani verrà a galla.

Tolkien narra la vicenda de Lo Hobbit in terza persona, usando quindi un narratore esterno che ci permette di comprendere al meglio le emozioni vissute in prima persona da più personaggi (mi riferisco allo smarrimento di Gollum quando scopre di aver perso l'Anello e, anche, ai ragionamenti dello stesso Smaug).

Concludo la mia recensione consigliandone a tutti, ma veramente a tutti, la lettura. Sono stata davvero felice di aver avuto, finalmente, modo di leggerlo e di capire alcuni punti che in Lotr non mi erano chiari. Lo Hobbit ti trascina a vivere, assieme a Bilbo e ai Nani, l'avventura in esso narrata facendo perdere la cognizione del tempo al lettore senza annoiarlo.

Consigliato: si
Tempo di lettura:  7 giorni (con intervalli e riprese nel mezzo)
Canzone consigliata: "Song of the Lonely Mountain" da The Hobbit - An Unexpected Journey Ost.

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